RurACT

L'area interessata dalle azioni di progetto coincide con il territorio dei Parchi Veglia Devero e Valle Antrona: come l’Ossola tutta, si tratta di contesti territoriali che vedono una forte predominanza dell’elemento naturale, attorno al quale si è costruita, per ogni ambito montano che si snoda dalla Valle del Toce, una coscienza collettiva fortemente identitaria e plasmata intorno agli usi delle risorse naturali presenti. In generale, si tratta di zone fortemente dedite alle attività agro-silvo-pastorali, la cui tecnica si è trasmessa per secoli di generazione in generazione, alle quali negli ultimi anni si sta cercando di affiancare una vocazione turistica (legata alle eccellenze agricole ed eno-gastronomiche del territorio), anche grazie alle azioni dell'Ente Gestione Aree Protette Ossola. A causa della morfologia della zona, le produzioni dell’attività agricola e di quella pastorale sono sempre state su piccola scala, ma caratterizzate da un’ottima qualità; condizione che, se da un lato ha comportato un limitato sviluppo economico, dall’altro ha stimolato solide sinergie di comunità.

Dalla metà del '900 molti territori dell'Ossola hanno subito fenomeni di abbandono, legati anche agli spostamenti dovuti all'industrializzazione. Nel tempo si sono perse conoscenze legate alle attività economiche e sociali tradizionali e in generale di manutenzione del territorio. Tale dinamica ha dispiegato in modo lento, ma costante, i propri effetti: un generale indebolimento delle reti sociali intra ed inter comunità; una progressiva frammentazione delle proprietà fondiarie alle quote medie e basse, con permanenza di estesa proprietà pubblica nell’area dell’orizzonte alpino, in corrispondenza delle aree pascolive.

Le aree oggetto dell'intervento sono connotate da un'accentuata tradizione agricolo-pastorale, non solo a livello narrativo: la secolare cultura del “cargà l’alp”, ovvero l’instancabile movimento da Valle ad Alpe di mandrie e greggi, è oggi non solo un patrimonio storico-culturale di assoluto rilievo, bensì una necessità di presidio e gestione del territorio viva e necessaria.

Nel contesto del Parco Naturale Veglia Devero, i comprensori pascolivi interni all’Area Protetta e al Sito Natura 2000 IT1140016 “Alpi Veglia e Devero – Monte Giove” vedono la presenza di aziende zootecniche in alcuni casi evolute e competitive, in altri legate alla dimensione familiare.

In contesti simili e in territori vicini, le realtà più piccole e meno strutturate rischiano di “soccombere” alla concorrenza di aziende di grandi dimensioni e di provenienza non locale che spesso però propongono modelli di gestione del territorio meno adatti ai contesti delle Aree Protette.

In alcuni degli alpeggi dell’area del Veglia Devero (3 alpeggi) si produce il pregiato formaggio Bettelmatt, grasso d’alpe di rilevante interesse storico, qualitativo e commerciale.

In tutti i casi, la gestione produttiva ed ecosistemica di queste preziose superfici necessita di una serie di adeguamenti e strumenti di “attualizzazione” delle pratiche pastorali in un’ottica di valorizzazione di filiera; pertanto, le nuove sfide che verranno intraprese in quest’area nell’ambito del progetto RurACT sono sintetizzabili in:

  1. un’accurata e moderna pianificazione pastorale (non più aggiornata), in linea anche con i mutamenti climatici e attenta alla gestione della risorsa idrica legata al pascolo e fondamentale per il ciclo produttivo (abbeverata, produzione casearia, gestione sanitaria delle mandrie e delle strutture);
  2. una valutazione dell’impatto sulla gestione dei pascoli della recente presenza di predatori (es. lupo);
  3. un aumento di consapevolezza e crescita professionale da parte delle aziende locali meno strutturate, volte ad un aumento dell’occupabilità a livello locale e della redditività attraverso la valorizzazione delle proprie produzioni, ad una maggiore e migliore presenza sul territorio, nonché a una più razionale e condivisa gestione delle risorse pascolive e infrastrutturali (malghe, caseifici, ecc.), soprattutto nell’area dell’Alpe Veglia;
  4. un approccio moderno e innovativo ai temi dell’efficienza e della cooperazione degli allevamenti di montagna nei servizi e nel marketing territoriale; temi già efficacemente trattati dal partner di progetto UNIMI nell’ambito, ad esempio, dei progetti TLMP e IALS, in cui la valorizzazione della qualità del prodotto d’alpeggio è fortemente caratterizzata dalla varietà dei servizi ecosistemici resi dal comparto zootecnico presente. Un report finale di best practices, quali linee guida per la valorizzazione dell’agricoltura di montagna, è stato infatti restituito alle imprese agro-zootecniche e alla comunità del territorio Ossolano;
  5. una valorizzazione del paesaggio rurale del pascolo di media-alta quota attraverso la candidatura al “Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici” e del patrimonio storico culturale immateriale legato alla tradizione dell’inalpamento e dell’alpeggio.

La Valle Antrona, in cui ha sede l’omonimo Parco Naturale, è una laterale della Valle Ossola ed è caratterizzata da una scarsissima densità abitativa derivante da un progressivo abbandono del territorio.

Si è qualificata a livello locale, nazionale e internazionale quale “laboratorio” di innovazione sociale e agro-ecologica. Qui ha sede l’Associazione Fondiaria TERRAVIVA che, insieme alle Aree Protette dell’Ossola e alla Cooperativa IL SOGNO, partner di progetto, è promotrice di un lungo percorso di aggregazione delle superfici terrazzate della valle, di recupero dei terrazzamenti sottratti all’abbandono (si vedano i precedenti progetti TERRAVIVA e SOCIAAALP, finanziati da Fondazione Cariplo) e di inclusione lavorativa e sociale: ad oggi, un’unità di personale della Cooperativa IL SOGNO è stabilmente impiegata in attività legate allo sviluppo della AsFo, all’attività dell’Ente di gestione delle Aree Protette dell’Ossola e all’assistenza alle aziende agricole locali.

Già Area Pilota della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI), la Valle è poi stata interessata dagli sviluppi del progetto SOCIAAALP (attraverso la promozione e condivisione di un “Patto di Valle”).

L’attività della AsFo, delle piccole e piccolissime aziende agricole e delle comunità locali, in questo contesto di medio e basso versante, rappresentano una best practice in crescita.

Forti di un modello partecipato, condiviso e in continua evoluzione, nell’ambito del progetto RurACT in quest’area si agirà:

  1. dando ulteriore impulso al recupero e alla coltivazione delle superfici terrazzate mediante ripresa e sviluppo della coltivazione di mele di varietà locali, principalmente destinate alla produzione di succo;
  2. implementando (a livello organizzativo e tecnologico) la filiera di produzione di succo di mela (già attivata nell’ambito del progetto SOCIALE) e incrementando quindi sia l’impatto commerciale del prodotto che l’impiego di personale nelle attività di micro-filiera;
  3. valorizzando il paesaggio rurale tipico dei terrazzamenti e del patrimonio storico culturale immateriale legato alla tradizione locale.

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